Storia del Venezia Calcio

Álvaro Recoba e il Venezia: cinque mesi per l'eternità

Stagione 1998 - 1999, Serie A: dopo il girone di andata il Venezia Calcio è penultimo (15esimo per differenza reti). La sorte sembra segnata, ma in Laguna approdò Álvaro 'Chino' Recoba. E con lui una memorabile salvezza, con ben 8 vittorie e 27 punti totali raccolti

Cinque mesi e poco più: questa è stata la permanenza di Álvaro Recoba a Venezia, dove era stato mandato, quasi per punizione dall'Inter, per vedere come si giocasse in provincia, per capire se era o meno un campione. Un passo indietro: era il 1998 e il Venezia, dopo 31 anni tribolati, era tornato in Serie A con la guida di Walter Novellino. Il presidente era Maurizio Zamparini, che comunque aveva allestito una buonissima squadra. Ma la scintilla non era scoccata e la classifica era deficitaria alla fine dell'anno, e del girone di andata. Poi Zamparini fece venire a Venezia durante il mercato di riparazione, ovvero dal primo gennaio 1999, Álvaro Recoba, uruguagio, detto il "Chino", per quel taglio degli occhi alla orientale. L'entusiasmo salì di molti toni: il Chino era considerato un campione in pectore e inaspettatamente lo dimostrò, diventando la miscela che fece partire la squadra, che, non va mai dimenticato, era penultima con scarse prospettive di salvezza.

Insomma Recoba indossò la maglia arancio-nero-verde e la svolta si vide alla seconda partita, quando il Venezia, sotto di due gol e con un uomo in meno, contro l'Empoli, si svegliò improvvisamente dal letargo, con Recoba che iniziò ad "imbeccare" Filippo Maniero, un attaccante di vaglia, per andare a vincere 3 a 2: era il giorno del "matrimonio” della coppia, calcistica, perfetta. Poi un filotto di vittorie soprattutto con le dirette avversarie per la salvezza.

Ma, il destino a volte si diverte davvero, la salvezza arrivò proprio alla penultima giornata della stagione 1998-1999, quando al "Penzo" arrivò l’Inter, la squadra di Recoba. Al primo minuto il Chino regalò un assist per un suo compagno di squadra che determinò il vantaggio; quaranta secondi dopo una punizione delle sue segnò il 2 a 0 per la vittoria e la salvezza. E l'apoteosi, il ricordo imperituro, manco il Venezia avesse vinto un campionato, anche se a ben vedere, l'impresa era davvero degna quasi come un titolo.

Quei cinque mesi convinsero l'Inter che Álvaro Recoba era un giocatore importante e che poteva far bene anche su palcoscenici più sofisticati. Non rispettò sino in fondo le aspettative con cui era partito e alternò giocate sublimi a partite di una abulia sconcertante. Fu molto amato dai tifosi interisti ma addirittura osannato da quelli veneziani che lo nominarono "doge” a vita.

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