Venezia tra calcio, rugby, maratone e non solo

Non sembrerebbe il posto più adatto per fare sport: Venezia sembra prestarsi col suo territorio così particolare a tutto tranne che alla pratica sportiva. Eppure la Reyer, che oggi significa in prevalenza pallacanestro, è stata fondata addirittura nel 1872, segno inequivocabile di una forte, fortissima voglia di fare sport. 

No, Venezia può non aver aiutato la pratica ma giocare al "Luigi Penzo”, il secondo stadio più antico d’Italia, con sguardo sulla laguna, basterebbe già il prezzo del biglietto per vedere una partita di calcio: dalla tribuna, infatti, i tifosi spesso vagano coi pensieri nella Serenissima,alle bellezze che solo il territorio di Venezia sa donare. La squadra si sposterà fuori della laguna per le sue partite casalinghe, certamente, ma il fascino e la suggestione rimarrà per sempre. Il mettere da parte alcuni dei tabù, come il non voler giocare a Mestre, ha significato anche la rinascita dello sport nella città così unica e particolare. 

Rimangono delle peculiarità che solo tra i canali, tra i rii è possibile coltivare come fa la "Remiera Serenissima” o la "Vogaveneta”, società costituite per salvaguardare quel modo così altalenante ma altrettanto redditizio di portare avanti qualsiasi natante, a cominciare dalla gondola. Insomma Venezia viene associata alla bellezza e quando il suo connubio è con lo sport diventa favolosa: anche guardarla in televisione la VeniceMarathon fa venire i brividi. Il correre su tutte quelle passerelle, il rumore dei passi, l’ansimare nel silenzio, coi canali a qualche centimetro, attraversare i punti nevralgici della Serenissima fa veramente bene al cuore. Non a caso, da quando è stata istituita è stata immediatamente messa a "numero chiuso”.

Lo sport e Venezia, insomma, sembrano non andare d’accordo, ma quando trovano un punto d’incontro (e lo trovano!) i risultati sono eccezionali.