Un Bisonte in laguna: Paolo Barison
Il "Bisonte", una storia lunga e appassionante, mai banale, spesso capitatagli a sua insaputa. Dietro questo soprannome si nascondeva Paolo Barison, un centravanti, un'ala, che negli anni Cinquanta, per la precisione nella stagione '55-'56, contribuì ad una risalita storica del Venezia in B dalla serie C, dove era precipitato nel 1952. Tre anni a Venezia per diventare un uomo e anche un vero professionista. Proprio a Venezia imparò ad aggredire le difese, diventando un centravanti di sfondamento, un vero bisonte, che caricava a testa bassa, anche se, poi, si era specializzato all'ala sinistra, lui che era un ambidestro naturale: riuscì ad interpretare quel ruolo in maniera moderna al punto che anche adesso avrebbe potuto avere uno spazio. In quel ruolo riuscì a mettersi anche in mostra a livello europeo conquistando una Coppa dei Campioni col Milan.
Lui era di Vittorio Veneto, retroterra di Venezia, su verso le prime colline, e lì aveva tirato i primi calci. Facile, facilissimo fu per lui la "discesa" sino in laguna, sino al Sant'Elena. Barison vestì la maglia del Venezia per tre stagioni (dalla '54-'55 fino alla '56-'57) e per complessive 68 partite, segnando ben 20 reti, una media per niente disprezzabile considerando che aveva diciotto anni (nato il 23 giugno 1936) e che era ancora poco raffinato nel senso del gioco. Se ne andò al Genoa, lasciando molto rimpianto in laguna, ma lui seguiva la sua idea di ascesa e quindi la Serie B gli iniziava a stare stretta. Fu così beneamato che i rossoblù lo inserirono nella loro "Hall of Famer".
Paolo Barison morì tragicamente per un incidente d'auto il 17 aprile del 1979 sull'Autostrada dei Fiori nei pressi di Andora: con lui se ne era andato un giramondo, un grande conoscitore di calcio, un campione.
In macchina con lui c'era Luigi Radice, altro grande e storico protagonista del calcio italiano, che sopravvisse allo schianto.
Lo stadio Comunale di Vittorio Veneto è intitolato alla sua memoria.
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